Il 29 aprile i ticinesi saranno chiamati a votare per approvare o meno la riforma fiscale fortemente spinta a suo tempo dall’ Ocse a difesa dei ricchi e delle multinazionali. Forse a sentire riforma fiscale ci si immagina una busta paga più ricca, ma così non è: si tratta solo di dimezzare le tasse alle aziende portandole dal 9 al 6,5% e facendo mancare 2 miliardi di franchi al bilancio federale che saranno compensati con tagli già previsti di 200 milioni l’anno per la previdenza sociale, altri 200 per la scuola, ulteriori 250 per la cooperazione allo sviluppo (in tema di aiutiamoli a casa loro) e tutta una serie di tagli in altri settori come la sanità ( 120 milioni) dove negli ultimi anni si sono accumulate addirittuta 60 potature di bilancio.
Già l’anno scorso questa sorta di riforma approvata dal governo era stata bocciata con un referendum nazionale, ma…
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