Il test per l’Ebola si basa sulla PCR, ma la PCR, secondo il suo stesso inventore, non può essere utilizzato per quantificare la presenza del virus – da "scienzamarcia.blogspot.it"

FONTE:
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Posted: 07 Oct 2014 02:59 PM PDT

Come giustamente osserva Jon Rappaport nel suoultimo articolo sulla questione, è cruciale comprendere se il test per la diagnosi di tale malattia è accurato oppure no, perché se non fosse accurato cadrebbe tutto il castello di carte su cui sono costruiti dati, statistiche, ragionamenti, previsioni, e paure più o meno razionali? La domanda fondamentale è quindi se il test è affidabile, se viene utilizzato correttamente, se fornisce troppi falsi positivi.

Vediamo cosa dice Jon Rappaport in questo articolo intitolato “Il test per l’Ebola: lasciamo parlare l’inventore del test”, rimandando per approfondimenti all’articolo Cariche virali positive false, cosa stiamo misurando? di Matt Irwin, l’articolo Cosa causa l’AIDS?” di Kary Mullis, la prefazione, scritta sempre da K. Mullis, al libro di Duesberg, ed un altro scritto del medesimo.


 

La scorsa settimana, quando un uomo è stato ricoverato in un ospedale di Dallas, il CDC [Centro per il Controllo delle Malattie, importantissimo ente federale degli USA – N.d.T.] ha tenuto una conferenza stampa. Il direttore del CDC Tom Frieden ha affermato che questo paziente è stato diagnosticato positivo all’infezione da Ebola, con un test che è “altamente accurato. E’ un test del sangue con la PCR .” (vedi al minuto 2 e 6 secondi nel video della conferenza stampa.)
Questo è, infatti, il test utilizzato per Ebola.
Tuttavia, come ho già scritto, il test con la PCR presenta dei problemi. E’ aperto agli errori. Uno di questi errori avviene proprio all’inizio della procedura:
Il campione preso dal paziente è davvero un virus o un frammento di virus? O è solo un irrilevante pezzo di scarto?
Un altro problema è inerente al metodo stesso della PCR. Il test è basato sull’amplificazione di un piccolo, piccolo pezzettino di materiale genetico preso da un paziente — riproducendolo milioni di volte fino a quando può essere osservato e analizzato.
I ricercatori che impiegano questo test affermano che, come risultato di tale procedura, essi possono also dedurre la quantità di virus che è presente nel paziente.
Questo è cruciale, perché, a meno che un paziente abbia milioni e milioni di virus Ebola nel proprio corpo, non c’è assolutamente alcuna ragione di pensare che sia malato o che si debba ammalare.
E quindi la domanda è: can the PCR test allow researchers and doctors to say how much virus is in a patient’s body?
Molti anni fa, il giornalista  John Lauritsen ha avvicinato un uomo di nome Kary Mullis per avere una risposta.
Fonte n. 1: Per un breve estratto dell’articolo di John Lauritsen su Kary Mullis, vedi Frontiers in Public Health, 23 Settembre, 2014, “Questioning the HIV-AIDS hypothesis: 30 years of dissent,” di Patricia Goodson. (Vedi anche questo.)
Fonte n. 2: Per l’articolo integrale del 1966 di John Lauritsen, vedi “Has Provincetown Become Protease Town?”

“Kary Mullis… è fermamente convinto che l’HIV non sia la causa dell’AIDS. riguardo ai test del carico virale, che cercano di utilizzare la PCR per conteggiar ei virus, Mullis ha affermato: ‘L’uso quantitativo della PCR è un ossimoro.’ La PCR serve a identificare le sostanze qualitativamente, ma per la sua intima natura non è utilizzabile per stimare dei numeri. Sebbene ci sia un comune errata impressione che i test per il carico virale realmente conteggino il numero di virus nel sangue, questi test non possono rivelare assolutamente virus liberi infettivi; essi possono rilevare solo proteine che sono ritenute , in qualche caso erratamente appartenere unicamente all’HIV. I test possono rilevare sequenze genetiche dei virus, ma non i virus stessi.”

Kary Mullis è un biochimico, ed è anche il vincitore di un premio Nobel (1993, per la Chimica).
E sì, un’altra cosa.
La risposta di Mullis è stata succinta: “L’uso quantitativo della PCR è un ossimoro.”
Traduzione: il test con la PCR non può essere utilizzato per dire quanti virus ci sono nel corpo di una persona.
Di conseguenza il test standard utilizzato dal CDC per identificare i pazienti malati di Ebola non ci dice niente riguardo che essi siano malati o che si debbano ammalare.
Ed anche gli altri problemi con il test sono significativi: errori nel portare avanti la procedura estremamente sensibile; contaminazione in laboratorio del campione prelevato dal paziente; scelta di un campione che non è assoltuamente un virus, o che è il virus sbagliato.
E su queste fondamenta gettate nella sabbia, l’intera “epidemia di Ebola” viene imposta alla gente.
Nell’analizzare le cosiddette epidemie e le loro cause, da 27 anni ormai, ho spesso indicato che il test diagnostico è il punto cruciale — a meno che le persone vogliano saltare alle conclusioni e diffondere paure e seguire la direzione sbagliata, mentre i pazienti muoiono per ragioni differenti da quelle che vengono riferite —compresi trattamenti medici male indirizzati ed altamente tossici.
E lo indico nuovamente adesso.

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